In questa sezione, useremo quattro casi studio per guidarti nel mondo del monitoraggio e della segnalazione delle discriminazioni nello sport.
Per sfruttare al meglio questo caso studio di vita reale e di apprendimento, ti invitiamo a seguire questi passaggi come un processo di apprendimento:
Premesse del caso (Chi/QUANDO): Associazione sportiva Oltalom, “Score for Respect”, dal 2018
Descrizione: La Società di beneficenza Oltalom ha iniziato ad utilizzare lo sport come attività terapeutica di grande valore nello sviluppo della persona nelle sue attività nel 2005. L'idea è nata dalle persone che stavamo assistendo: i residenti del rifugio per senzatetto hanno affermato che avrebbero giocato volentieri, di tanto in tanto, a calcio insieme. Così facendo è nata una tradizione di gioco comune a livello hobbistico per puro piacere, una sorta di "sessione di calcio" . All'inizio, l'associazione offriva opportunità sportive regolari e gratuite esclusivamente ai senzatetto, ma in seguito, nel 2008, ha ampliato la portata della sua offerta a persone più giovani ma anche socialmente svantaggiate.
Bisogni identificati: Affrontare il razzismo latente nel calcio ungherese e il ruolo degli allenatori nel supportare i propri giocatori
Approfondimento specifico: Un caso avvenuto nel marzo 2024 coinvolgente Mészöly Géza, l'allenatore capo del club professionistico ungherese di calcio Újpest FC, e il suo insulto razzista a un giocatore, mette in luce la complessità del razzismo nel calcio ungherese. Géza, figura di spicco nel calcio ungherese il cui padre ha avuto anch'egli una presenza significativa nello sport e ha rilasciato una dichiarazione controversa in diretta televisiva, è stato oggetto di azioni disciplinari da parte della MLS (la Federazione Calcistica Ungherese). Il suo utilizzo del termine offensivo "feka", che è un termine razzista utilizzato per insultare le persone della comunità nera, ha suscitato ampie critiche. Nonostante ciò, la decisione di punire Géza è stata oggetto di opposizione da parte di figure di spicco, tra cui il Primo Ministro e il capo dell'Associazione Calcistica Ungherese, che hanno argomentato contro l'interpretazione delle sue parole come razziste. Questo scenario sottolinea le sfide continue nell'affrontare e comprendere il razzismo nello sport e nella società nel suo complesso.
Premesse del caso (Chi/QUANDO): Il Club di hockey su ghiaccio Lahden Pelicans e la Federazione Finlandese di hockey su ghiaccio - stagione 2022/2023
Descrizione: Nel novembre 2022, un giocatore di 13 anni del Club di hockey su ghiaccio Lahden Pelicans in Finlandia, ha segnalato insulti razzisti durante una partita, inducendo l'allenatore ad abbandonare l'incontro secondo un piano prestabilito - costruito su casi precedenti. L'arbitro non ha segnalato altro oltre alla decisione di abbandonare la partita da parte della squadra. La reazione della Federazione di hockey su ghiaccio è stata severa, sospendendo l'allenatore ed imponendo una multa di 3.000 euro al club Lahden Pelicans.
Bisogni identificati: Affrontare una situazione in cui si sono verificati insulti razzisti tra giocatori durante una partita giovanile di base e una squadra ha abbandonato il campo.
Approfondimento specifico: L'hockey su ghiaccio è uno degli sport più importanti in Finlandia. I figli di famiglie di immigrati incontrano diverse difficoltà a praticarlo. Ad esempio, i loro genitori non possono insegnare i primi passi, lo sport è piuttosto costoso e non ci sono modelli di riferimento per loro. Ora i primi bambini provenienti da famiglie di immigrati si sono iscritti comunque, ma stanno già affrontando il razzismo nello sport. La federazione di hockey su ghiaccio non aveva idea di come affrontare la situazione.
Informazioni di base sull'ID: Royal Europa 90 Kraainem FC - Attivo dagli anni '80, ha creato l'iniziativa "We welcome young refugees" iniziata nel 2015.
Descrizione: Il calcio è lo sport più popolare in Belgio e quello dove c’è la maggiore diversità e, per estensione, il rischio più significativo di discriminazione e razzismo.
Nel 2015, un flusso migratorio significativo è arrivato in Europa e in Belgio, e con esso, il razzismo si è manifestato in modo ancora più forte. Il calcio riproduce i comportamenti sociali e, di conseguenza, il razzismo.
Durante la stagione 2022-2023, la National Chamber against Discrimination ha trattato 156 casi di discriminazione. Di questi 156 casi, 109 erano denunce di bigottismo.
Bisogni identificati: Sebbene sia stato predisposto un piano di azione per combattere il razzismo e la discriminazione a livello nazionale dal 2020, le associazioni a livello locale devono attivarsi per prevenire e monitorare l’origine del razzismo e della discriminazione.
Approfondimento specifico: Kraainem FC è un club di calcio nato negli anni 80. Il club è convinto che il calcio sia un veicolo per l’integrazione sociale e dovrebbe essere uno spazio di “convivenza” a misura di comunità. Il club ha sempre sostenuto la diversità e l’apertura mentale.
A partire dalla sua creazione, sono state implementate iniziative per prevenire, monitorare, e combattere il razzismo nel e intorno al club. Dal 2015, e seguendo la crisi migratoria europea, il club ha deciso di promuovere l’inclusione dei migranti e richiedenti asilo (giovani e adulti) attraverso il calcio. Sottolineando l’importanza della convivenza come principio di base dello sport.
Premesse del caso (Chi/QUANDO): Attività del cricket a Roma, promossa da UISP Roma e “Insieme per l’Aniene”che comprende varie squadre di cricket (Bangla Roma Cricket Roma)
Descrizione: Intorno al 2006 una serie di comunità asiatiche hanno chiesto a UISP Roma di aiutarli a trovare dei luoghi dove giocare a cricket. Si sentivano esclusi ed emarginati in un paese che non conosceva per niente questo gioco e non aveva strutture a disposizione. Grazie a UISP Roma e all’Associazione Insieme per l’Aniene che gestisce un parco cittadino (l’Aniene è uno dei due fiumi romani), è stata trovata un’area che attualmente viene interamente gestita dalle diverse squadre di cricket che negli anni sono nate. L’inizio non è stato semplice, segnato da discriminazione da parte degli italiani che li accusavano di aver “privatizzato” un luogo pubblico, ma negli anniè diventato un esempio virtuoso. Le squadre di cricket (che negli anni si sono mescolate in termini di nazionalità ed è nata anche una sezione femminile) si occupano della manutenzione e pulizia e molti italiani si sono appassionati, tanto che alcuni hanno imparato a giocare a cricket o vanno a fare il tifo durante le loro partite.
Bisogni identificati: alle comunità asiatiche serviva un luogo in cui praticare lo sport rappresentativo della propria cultura di origine. Un luogo di incontro e socializzazione. Infatti, le partite giocate la domenica mattina spesso sono un’occasione per stare insieme alle famiglie, mangiando insieme, ascoltando musica.
Un altro bisogno identificato era quello di sentirsi accolti e inclusi, di conoscere italiani e trasmettere la propria cultura
Approfondimento specifico: Dopo circa 20 anni di lavoro il campo della Riserva dell’Aniene è diventato un luogo pubblico, gestito da cittadini (non importa il passaporto) e aperto a tutti/e. E’ un esempio perfetto di un’azione di inclusione attraverso lo sport, fatta insieme alle comunità e alle associazioni del luogo. Soprattutto un progetto che si è sviluppato nel tempo, comprendendo bisogni e necessità di tutti/e e negoziando le soluzioni migliori.
L’antirazzismo ha bisogno di tempo, cultura ed educazione per le generazioni future.
Premesse del caso (Chi/QUANDO): Comitato Olimpico Italiano CONI + Portabandiera Olimpiadi di Tokyo 2020
Descrizione: Nel 2021 Paola Egonu, una delle più grandi pallavoliste Italiane, è stata nominata Portabandiera per la Cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Dopo la nomina, in Italia molte persone hanno cominciato ad esprimere il proprio malcontento per questa scelta di rappresentanza.
Difatti, sui social media molti hanno commentato la nomina di Egonu, con insulti razzisti, sessisti e omofobi. Un gran numero di utenti ha giudicato la scelta solo come il risultato della nuova "tendenza" del politicamente corretto, rinforzando anche l’idea che Egonu non può essere considerata italiana (come invece è) a causa del colore della sua pelle. La maggior parte delle osservazioni fatte non tengono conto del talento e della dedizione di Egonu allo sport che pratica, ma prendono di mira il colore della sua pelle (lei è nata in Italia da genitori nigeriani), il suo genere e il suo orientamento sessuale (almeno presunto).
Bisogni identificati: Affrontare una situazione in cui una narrativa errata può causare la diffusione di una combinazione di commenti razzisti, sessisti e omofobi violenti attraverso i social e media tradizionali.
Approfondimento specifico: Il Portabandiera dei Giochi Olimpici rappresenta atleti/e di tutto il mondo ed è considerato un grande onore.